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Si conclude il Sicani Creative Festival

Si è concluso il Sicani Creative Festival. L’edizione zero di un Festival culturale multidisciplinare che guarda al futuro, con audacia e creatività.

In quindici giorni abbiamo visto alternarsi intrattenimento culturale e speculazioni filosofiche, riflessioni sul futuro e momenti di confronto sui temi dell’impresa, della cultura, dell’innovazione. Possono musica, filosofia, teatro, coinvolgimento dei giovani, dibattiti sull’urbanistica essere un catalizzatore per la rigenerazione dei Borghi?

Questo progetto, fortemente voluto da Farm Cultural Park e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito dell’avviso pubblico “Borghi in Festival”, scommette che si possa fare.

Florinda Saieva, Founder di Farm Cultural Park commenta: “Nei Borghi Sicani, in controtendenza rispetto alla narrazione cui siamo abituati c’è un tessuto associativo forte e radicato, una sorta di connettore tra le organizzazioni, le generazioni e le comunità”. Sicani Creative Festival: le città cambiano perché le persone le fanno cambiare.

I luoghi e i Momenti Principali del Sicani Creative Festival I sette Borghi dell’entroterra Siciliano: Prizzi, Santo Stefano Quisquina, San Biagio Platani, Alessandria della Rocca, Sant’Angelo Muxaro, Bivona si sono trasformati in un palcoscenico naturale diffuso in cui far prendere vita all’arte e alla creatività. Così La Casa del Musical e Marula Eugster Rigolo hanno incantato il pubblico con la performance Ideali, piece che in cui l’arte soccorre l’uomo nella ricerca dell’equilibrio tra due forze apparentemente in contrasto: progresso e distruzione.

Maurizio Muraglia ha accompagnato gli abitanti dei Borghi in un viaggio di scoperta su Dante e l’invidia, la crew di Festivalle ha inondato le sette cittadine sicane con sonorità jazz, elettroniche, mediterranee. Non sono mancati i talk mirati a seminare idee di rinascita e rigenerazione: l’editore e imprenditore Florindo Rubettino ha portato l’esperienza del suo progetto di rigenerazione attraverso la cultura nelle zone interne della Calabria; Emma Taveri ha raccontato come trasformare un luogo in una destinazione turistica, Cedric Casanova ha portato un punto di vista illuminato e dirompente su come i nostri agricoltori debbano raccontarsi ai mercati internazionali.

Il Festival lascia un segno tangibile in tutte le sette cittadine sicane coinvolte. Sette street artist internazionali si sono misurati con il tema del labirinto, traendo ispirazione dalla storia di Dedalo, che proprio nei Sicani trovò rifugio durante la fuga da Creta.

Andrea Buglisi ha realizzato, sopra una storica fonte di acqua freschissima, una pittura urbana dedicata all’acqua, tema chiave del territorio. Sul muro il mito di Icaro è interpretato con sembianze femminili non come caduta ma come volo e tuffo, immersione nell’elemento naturale e vitale, fonte di energia e di vita: l’acqua.
Aldilà dei simbolismi l’intervento pittorico – ben integrato con un non facile contesto urbano per uno street artist – porta con garbo e delicatezza il lume dell’arte in un quartiere dimenticato di Santo Stefano Quisquina, paese dell’entroterra siciliano.

Nel muro di Emi Artes a Prizzi, Il labirinto è una forma ingegnosa e tortuosa, espressione architettonica della complessità delle relazioni umane, di quelle barriere costruite intorno a noi che ci allontanano sempre di più dalle altre persone. Il titolo dell’opera è “Il filo tra i filari” che lega le storie di tre personaggi di Prizzi, racchiudendo le loro storie in tre parole poetiche: la cura, il sogno e l’audacia. Riusciremo a uscire da questo labirinto complesso solo seguendo il filo dei legami e delle relazioni, a ripopolare i borghi tornando ad amare la terra così come i nostri nonni ci hanno insegnato e a prendercene cura; a sognare di volare ma rimanendo sempre attaccati alle nostre radici.

Ciredz a San Biagio Platani con il muro “48 gradi”, scava nei solchi della terra arsa dal sole, dalla siccità, dall’abbandono.

“Here since forever”, è l’istallazione concepita e realizzata da La Fille Bertha presso il borgo Sant’Angelo Muxaro. L’artista omaggia ispirandosi alla mitologia, al mondo scultoreo, ai magici luoghi e alle tradizioni che fluttuano intorno al fiume Platani. Un eco di Dedalo in chiave onirica, contaminato e ispirato dall’intensità e dai colori dei costumi e luoghi siciliani.

Molte delle opere sono frutto della collaborazione di tantissimi abitanti dei Borghi e della rete dei ragazzi di Sikanamente, delle loro relazioni e della loro forza nell’essere una comunità.

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