Home Politica Risorse idriche a S.Stefano Quisquina: “Si uccide sempre d’estate”

Risorse idriche a S.Stefano Quisquina: “Si uccide sempre d’estate”

Riceviamo e pubblichiamo un articolo che ci è stato inviato in redazione da un nostro lettore.
“La mafia uccide d’estate” S’intitola proprio così il libro scritto dall’on. Angelino Alfano il quale, forte della sua esperienza di ministro della Giustizia, diventa anche mafiologo di vaglia. Il titolo, parafrasato e opportunamente accorciato, in “Risorse idriche a S.Stefano Quisquina: “SI UCCIDE sempre D’ESTATE”si offre a una veritiera e allarmante lettura. Si, perché d’estate, proprio in questi giorni, la Gazzetta Ufficiale pubblica l’esecutività della delibera della Giunta Regionale di Governo n. 347 del 30/11/2011 con la quale è stato approvato il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Regione Siciliana e da cui si evince che i pozzi Margimuto ex Montedison andrebbero ad alimentare l’Acquedotto Voltano con una portata media di 50 litri di acqua al secondo.
In pratica, mentre tutti siamo sciroccati e allentati dal ritmo dell’estate, si sta riportando S.Stefano Quisquina indietro agli anni Sessanta e Settanta, quando gli emungimenti della Montedison avevano determinato un tale dissesto ai danni delle nostre provvigioni idriche, portando la popolazione a forti e legittime reazioni popolari, e (nei primi anni Ottanta) determinando atti amministrativi che portarono alla chiusura del pozzo. Oggi sembra che quelle memorie siano state cancellate e si ritorna all’attacco in un modo subdolo: in pratica il Consiglio comunale di S.Stefano Quisquina di appena un anno fa aveva deliberato il finanziamento per l’escavazione di un pozzo alternativo AD USO E CONSUMO della popolazione stefanese, al fine di approvigionarsi da una fonte che non avesse implicazioni infettive da norovirus. E invece? la Regione Siciliana, presieduta da Raffaele Lombardo, e variamente parassitata da un PD ipocrita e attendista, cosa fa? Anziché venire inco!
ntro a quella legittima richiesta ASSEGNA UFFICIALMENTE quel pozzo alla gestione della Girgenti Acque.
Ma come? Non c’era una comunanza d’intenti e una sorta di “protettorato” politico e di amorosi sensi tra la Giunta Leto Barone e il presidente Lombardo?
É possibile assistere ancora una volta inermi all’ennesimo atto truffaldino di una comunità vilipesa in ogni sua aspirazione, compresa quella di approvvigionarsi da una fonte alternativa, dopo un anno e mezzo di assurdi divieti sanitari che ormai sanno sempre meno di sanitario e forse sempre più di “ricattatorio” nei confronti di una comunità che ancora resiste nella consegna delle reti idriche all’ amministrtazione regionale, e per essa alla società privata “Girgenti acque” che le gestisce?
No. Non è possibile! Così com’è vero che attraverso l’assegnazione di quel pozzo ex Montecatini, la Regione Sicilana, e il suo presidente Lombardo porterà a segno la più pericolosa e ingente e squilibrata operazione di sfruttamento della falda idrica, che potrebbe perfino interferire con gli emungimenti in atto, e quelli pretesi, dalla vicina multinazionale Nestlè. Insomma: da un lato siamo fritti dall’altro siamo arrostiti.
E La politica e gli amministratori locali e regionali cosa fanno? C’è un silenzio che fa paura e tristezza in questi giorni d’estate. Come il caldo e il silenzio che avvolsero il martedì di Santa Rosalia dell’Anno Domini 2000, quando gli stefanesei videro aspuntare le ruspe e le trivelle a Margimuto, in quello che poi sarebbe diventato il sito Platani Rossino, oggi Nestlè.
Così come d’estate le ordinanze di un altro presidente regionale, Cuffaro, sui pozzi Monnafarina, in territorio di Castronovo di Sicilia, in superficie, ma nell’unico condiviso bacino idrico.
É del 9 giugno del 2006 la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana che pubblica l’ampliamento e il raddoppio delle concessioni di estrazione alla Platani Rossino.
E così via dipanando il rosario estivo dei danni inflitti a questa comunità che sembra definitivamante addormentata e dimentica dei guasti che possono derivare da un provvedimento come quello che riguarda gli ex pozzi Montecatini, che non è altro che l’ennesimo processo di privatizzazione della risorsa idrica in smacco degli orientamenti del referendum nazionale che l’ipocrita politica regionale non ha ancora saputo trasformare in realtà legiferante.

Continuiamo a fare silenzio, tutti: sindaco, amministratori, cittadini, politici di varia taglia e appartenenza. Vedremo che, se facciamo i bravi vacanzieri come i tafani al sole, magari quest’autunno ci levano il veto di potabilità dell’acqua pubblica, anche se poi ce ne lasceranno ben poca per noi!
Io dico invece che urge un atto pubblico immediato di impugnazione della delibera regionale e nel contempo di indire una giornata di sciopero generale per manifestare contro l’ennesimo atto di privatizzazione dell’acqua pubblica, stavolta parato a trappola in cui noi tutti siamo caduti come allocchi d’estate.
Ma questa Giunta comunale, mi chiedo, così marchiata dall’imprimatur lombardiano, ha l’autonomia di giudizio e d’azione necessaria per agire forte e chiaro?
Io la vedo pallida. Molto.”

Alfonso Leto

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