Home Eventi In cammino con San Giordano tra devozione e arte popolare

In cammino con San Giordano tra devozione e arte popolare

Si sono conclusi ieri, 7 agosto, i festeggiamenti estivi in onore di San Giacinto Giordano Ansalone, frate domenicano nato a Santo Stefano Quisquina nel 1598 e morto martire a Nagasaki, in Giappone, nel 1634.

Ricco e variegato il programma della festa, che quest’anno ci prepara alla commemorazione del trentacinquesimo anniversario della canonizzazione il 18 ottobre: nell’arco di quasi una settimana, alla celebrazione liturgica della memoria del Santo si sono alternati eventi legati alla cultura popolare, tradizionalmente permeata di devozione cristiana.

Gli eventi

Mercoledì 3 agosto i festeggiamenti sono iniziati con la messa in Chiesa Madre, presieduta dal frate domenicano Francesco Narcisi, al termine della quale il simulacro del Santo è stato collocato ai piedi dell’altare maggiore.

Il giorno successivo il sagrato della Chiesa Madre si è fatto teatro della rappresentazione “Figliu di la muntagna. Storia cantata e cuntata di San Giacinto Giordano Ansalone, martire”: utilizzando il linguaggio e lo stile musicale dei cantastorie siciliani, Giuseppe Capobianco ha narrato la storia del martire domenicano con accenti tipici della cultura popolare, dando molto spazio all’infanzia di San Giordano, segnata dalla morte dei genitori, e al viaggio, che dalla Sicilia lo ha condotto al Giappone. Le musiche, eseguite dallo stesso Capobianco, da Giovanni Capodici e Filippo Città, hanno reso giusto servizio al testo, costituendo un fluido tappeto sonoro per poi cambiare improvvisamente ritmo quando la narrazione toccava vertici di dinamicità o di emozione.

Lo spettacolo, riproposto al pubblico dopo dieci anni dalla prima rappresentazione, è stato trasmesso in diretta su Facebook dal comitato pro-festeggiamenti e il filmato è disponibile sul profilo del comitato.

Il 5 agosto un coloratissimo teatro dei pupi è apparso sul sagrato della Chiesa Madre e Angelo Sicilia, con la sua Marionettistica Popolare Siciliana, ha portato in scena per la prima volta la storia di San Giacinto Giordano Ansalone usando i pupi siciliani e la propria voce come protagonisti.

Studioso da anni di questa particolare forma d’arte, Angelo Sicilia ha pensato di rinnovarla spogliando le tradizionali marionette di legno delle corazze dei paladini di Carlo Magno per rivestirle degli abiti più contemporanei di chi ha lottato contro la mafia in tutte le sue forme. Raccogliendo la proposta di Salvatore Palumbo, con la sua compagnia ha tratto dalla biografia del Santo il copione e costruito i pupi per i vari personaggi che si sono poi alternati per rappresentare la vicenda: attraverso gli interventi della voce narrante, i dialoghi e i movimenti delle marionette, i fondali della scenografia e le musiche d’epoca, la storia di San Giordano ha preso vita davanti agli occhi degli spettatori in un’atmosfera di meraviglia dal sapore antico. Anche questo evento è stato trasmesso in diretta sul canale YouTube di Quisquina Channel e potete rivedere il filmato a questo link.

Sabato 6 agosto la giornata è stata dedicata alla liturgia, con la celebrazione della messa e dei vespri solenni in Chiesa Madre. In serata un corteo di fedeli, partendo dalla chiesa, ha accompagnato il comitato fino in piazza San Giordano, di fronte alla sede della Biblioteca Comunale, per offrire il tradizionale omaggio floreale al monumento che rappresenta il Santo. Presente in corteo anche il registro che contiene l’atto di battesimo originale di San Giacinto Giordano, custodito in una teca portata dall’arciprete don Giuseppe Alotto.

Ieri, infine, il paese si è svegliato al suono delle campane e i Tamburi della Quisquina hanno sparso per le vie l’annuncio della festa. In serata si è celebrata in Chiesa Madre la messa solenne, presieduta dal domenicano fra Giovanni Calcara e concelebrata dall’arciprete e da monsignor Antonino Massaro; nell’omelia di fra Giovanni la riflessione sulla vita del santo martire si è intrecciata a temi di attualità, in particolare la centralità dell’uomo in un mondo che sembra dominato dalle logiche del guadagno, dello sfruttamento e del potere.

Dopo la messa ha avuto inizio la processione del simulacro di San Giacinto Giordano, guidata dai parroci e dal comitato, raccolto intorno ai coniugi Giovanna Reina e Nino Bonarosa, promotori dei festeggiamenti di quest’anno. Per l’occasione la statua del Santo è stata rivestita con la stola rossa e la palma, simboli del martirio, e decorata di fiori offerti ogni anno da una stefanese. Quest’anno la processione è stata scandita anche dal grido dei portatori del fercolo su cui sfilava il Santo: un solista intonava una breve strofa di incitamento a cui gli altri portatori rispondevano inneggiando a San Giordano. Al termine della manifestazione uno spettacolo di giochi pirotecnici ha concluso la settimana dedicata al compatrono del paese.

I festeggiamenti estivi

La memoria liturgica di San Giacinto Giordano Ansalone viene celebrata il 19 novembre; tuttavia, dal 2013 i festeggiamenti vengono svolti anche d’estate per dare l’opportunità di partecipare anche agli stefanesi, residenti in altri comuni, che abitualmente tornano in paese per trascorrere le vacanze estive. Inizialmente prevista l’ultima domenica di luglio, attualmente la festa viene celebrata la prima domenica d’agosto per la vicinanza con l’8 agosto, festa di San Domenico di Guzmàn, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, comunemente detti domenicani.