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Digital Divide: il piano della Sicilia

La Regione Sicilia sta puntando forte sulla digitalizzazione. Il primo passo fatto è stato quello di passare alla banda ultralarga, consentendo a quasi 3 milioni e 200mila unità immobiliari o sedi di impresa, per più di 5 milioni di abitanti, di avere accesso a questa tecnologia importantissima per il futuro. In tal senso è stato redatto un documento di pianificazione dell’Agenda Digitale regionale per il periodo 2014 – 2020, nel quale si dichiara che tra gli obiettivi principali c’è la creazione di smart city e di un ecosistema adatto allo sviluppo delle start up. Un passaggio chiave perché “la Regione vuole recuperare il gap accumulato negli anni”. Non dobbiamo dimenticare che internet è ormai fondamentale per qualsiasi persona o azienda. Da una parte ci sono i privati che hanno la possibilità, ad esempio, di controllare il proprio conto in banca, pagare le bollette, fare acquisti online e dall’altra ci sono le aziende che possono utilizzarlo a più livelli: interfacciarsi con i clienti magari utilizzando social media o il proprio sito internet, ma rendere anche più snelli tutti i processi amministrativi utilizzando soluzioni più all’avanguardia come Efax per l’invio dei fax online, fino alla possibilità tenere la contabilità sul Cloud.

Tale strategia è stata messa a punto da una task force specializzata che includeva, oltre ai vari rappresentanti dei dipartimenti regionali, anche le imprese, sia grandi che piccole, i centri di ricerca della Sicilia, i rappresentanti dei diversi distretti produttivi e alcuni esperti. Uno sforzo volto a raggiungere l’obiettivo di utilizzare i fondi europei per lo sviluppo regionale (FESR) per finanziare le diverse azioni.

Sicilia e banda ultralarga

La Regione Sicilia ha delle connessioni in banda ultralarga a 30Mbps. Queste connessioni, al centro del piano di sviluppo tecnologico, servirebbero poi per migliorare negli intenti dell’Agenda digitale, interoperabilità, accesso alle banche dati, digitalizzazioni dei sistemi e dei processi amministrativi e dei servizi della Pubblica amministrazione, con particolare attenzione ai settori della sanità, scuola e giustizia. Per quanto riguarda la digitalizzazione del territorio, si fa espressamente riferimento alle aree rurali e alle zone interne del territorio, oggi meno facilmente collegate.

Per recuperare il ritardo accumulato sul fronte dell’innovazione nel campo delle ICT, inoltre, la Regione ha deciso di istituire un Ufficio per le attività di coordinamento dei sistemi informativi regionali e l’attività informatica della Regione. Il punto chiave, però, è capire se poi queste strutture riescono a mettere in campo davvero le azioni utili a innovare o se non rimangano contenitori vuoti, privi delle risorse e dei meccanismi operativi per poter funzionare.

Gli Open Data

Altro punto fondamentale della strategia siciliana riguarda la diffusione dei dati aperti. A questo proposito è nato in Sicilia un movimento molto vivace di cittadini interessati a collaborare in forma concreta per promuovere una cultura della trasparenza e della partecipazione sul territorio. Con il nome di #opendatasicilia è attiva da qualche anno una iniziativa civica che lavora sull’open government e che ha realizzato diverse iniziative tra cui, nel giugno scorso a Caltanissetta, un #opendatafest al quale è stato anche annunciato, in modo informale e con esplicita richiesta di collaborazione al pubblico presente, il nuovissimo portale OpenData Regione Sicilia, pubblicato poi tra fine giugno e inizio luglio. Una iniziativa che potrebbe certamente promuovere non solo più apertura tra le istituzioni regionali e i cittadini ma anche lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali che, utilizzando i dati aperti, possono costruire servizi utili e interessanti anche per il mercato. Insomma, la strada verso la digitalizzazione può sembrare difficile e tortuosa, ma è fondamentale tenere il passo per migliorare le condizioni economiche.

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