Home in Secondo Piano Ars: sì alla Riforma delle Province ma Governo battuto in aula. Slittano le elezioni

Ars: sì alla Riforma delle Province ma Governo battuto in aula. Slittano le elezioni

L’Ars ha dato il via libera alla riforma della riforma delle province, di fatto adeguandosi alle richieste formulate dal governo centrale con l’impugnativa di inizio autunno. Con 38 voti favorevoli, 19 contrari e due astenuti arriva il sì all’abolizione degli enti intermedi.

Duro colpo per maggioranza che è stata battuta – con un voto segreto – sull’emendamento che avrebbe permesso ai sindaci di Palermo, Catania e Messina rispettivamente Leoluca Orlando, Enzo Bianco e Renato Accorinti di essere chiamati di diritto alla guida delle rispettive Città metropolitane.

E’ passato invece l’emendamento, proposto dal governo, che sposta la data delle elezioni. I presidenti dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane saranno eletti in una domenica compresa tra il 30 giugno e il 15 settembre prossimi. La norma originaria fissava invece la votazione al 30 giugno.

Rimosso il limite di incandidabilità a presidenti di Liberi consorzi e sindaci metropolitani per i sindaci dei comuni il cui mandato scadrà nei 18 mesi antecedenti la data delle elezioni.

Per quanto riguarda gli organi dei nuovi enti, sono state eliminate le Adunanze elettorali; confermati, invece, il Consiglio del Libero consorzio e il Consiglio metropolitano con funzioni di indirizzo e controllo.

Il numero delle assemblee varierà in base alla popolazione degli enti. In particolare, saranno 18 nelle Città metropolitane con più di 800 mila abitanti e 14 fino negli enti fino a 800mila abitanti. Sedici, invece, nei Liberi consorzi con più di 700mila abitanti, 12 negli enti con popolazione superiore a 300 mila abitanti e inferiore a 700 mila e 10 fino a 300 mila abitanti.

Rimangono anche l’Assemblea dei Liberi consorzi e la Conferenza metropolitana, composte da tutti i sindaci e i consiglieri comunali, ma solo con poteri consultivi e propositivi.

Gli organi resteranno in carica per cinque anni.

Gli incarichi di presidenti, sindaco e componenti degli organi saranno svolti esclusivamente a titolo gratuito, ferma restando la disciplina in materia di rimborsi, permessi per gli amministratori.

Parte della minoranza non ha partecipato al voto finale. Hanno lasciato Sala d’Ercole Forza Italia e Cantiere popolare.

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