Home in Primo Piano Ribera: nuovamente a rischio chiusura il Pronto Soccorso

Ribera: nuovamente a rischio chiusura il Pronto Soccorso

È una nuova mobilitazione quella promossa dal Comitato Zona Disagiata di Ribera, che oggi invita i sindaci dell’area interna delle Terre Sicane a fare di nuovo squadra, insieme al personale sanitario. Protestano i contro il trasferimento del dottor Giuseppe Spallino dal Pronto soccorso di Ribera a quello di Agrigento.

Ritengono, quelli del Comitato, che questo provvedimento stia generando il rischio che, dopo le battaglie per la riapertura, avvenuta lo scorso mese di febbraio, il Pronto soccorso del “Fratelli Parlapiano” possa essere di nuovo chiuso. Giovanni Montalbano, portavoce del Comitato, attacca i parlamentari regionali della provincia di Agrigento.

Ribadisce, Montalbano, come sia necessario ottenere il riconoscimento per Ribera di ospedale di zona disagiata, anche se su questo tema nei mesi scorsi il ministero della Salute ha rimandato la questione al governo della Regione, di fatto opponendo un sostanziale diniego. Al Pronto soccorso di Ribera dei 2 medici strutturati in pianta organica adesso ne è rimasto solo uno.

Il servizio procede con 2 liberi professionisti e con altri 2 medici assunti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

E mentre continua ad essere argomento di dibattito il funzionamento della Medicina di Ribera con i turni dei medici di Sciacca (che al momento, per come stanno le cose, non possono andare in ferie), l’Asp di Agrigento ha accorpato reparti e servizi di reperibilità per i reparti di Medicina e Lungodegenza.

Teoricamente l’Ospedale di Ribera è quello più vicino a S. Stefano Quisquina (43 Km, 56min), poi c’è quello di Sciacca (65 Km, 1 ora e 15min).

Il sito del Ministero della Salute dice:

Presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata: è possibile attivare presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace, per garantire il tempestivo accesso alle cure urgenti anche in condizioni orogeografiche svantaggiate.