Home Dal Comune Acqua Pubblica, il Sindaco di S. Stefano ribadisce: “basta equivoci e sospetti lesivi della nostra storia”

Acqua Pubblica, il Sindaco di S. Stefano ribadisce: “basta equivoci e sospetti lesivi della nostra storia”

Da quando l’Ati è stata istituita, e da quando un gruppo di comuni ha chiesto la legittimazione al Servizio Idrico Integrato della risorsa idrica (come prevede la legge 147 del D.Lgs.152/2006), è montata una crescente e pregiudizievole campagna mediatica, sotto varie sigle (poche a dire il vero) e compiacenti mezzi di comunicazione che tende a delegittimare le motivate rivendicazioni di alcune comunità della provincia di Agrigento che hanno gestito storicamente il servizio con efficienza, efficacia ed economicità, che cercano di salvaguardare un bene primario come l’acqua e difendere  le loro legittime prerogative di gestione pubblica delle risorse.

Con un accanimento militante che ricorda le modalità della mai compianta società “Girgenti acque”, viene spesso tirata fuori l’accusa di egoismi tribali, “velleità autonomistiche”, di marcatura del territorio, di arroccamento, di non riconoscimento dei diritti di tutte le popolazioni beneficiarie della risorsa idrica di questo bacino. Inoltre il tutto viene alimentato da un moralismo di facciata che, almeno per quanto attiene la comunità di S. Stefano Quisquina, intendiamo respingere nettamente, e che ostenta l’esercizio retorico e inopportuno del “NOI”, che abbiamo ben motivo di attenzionare.

In contrapposizione e ad integrazione di ogni informazione parziale e poco limpida, ribadiamo altresì che il Comune di S. Stefano Quisquina ritiene di possedere i requisiti di legge per accedere al servizio idrico in forma autonoma e intende confermarli e affermarli in ogni sede opportuna; qualsiasi altro racconto volutamente generico dei fatti che non consideri la peculiarità della nostra posizione è indubbiamente lesivo delle nostre valide prerogative.

Il nostro comune resiliente (questo è il termine corretto e non “ribelle”), ha solo il “torto” di aver recepito tra i primi le storture di quell’affidamento (nato male e proseguito peggio) e di aver rigettato il tradimento di un referendum popolare di straordinaria portata e consenso.

 

Ciò nonostante, si registra da un po’ di tempo a questa parte un senso “consortile e comunitario” di facciata che parla di gestione delle risorse idriche dell’area agrigentina esibendo il NOI, NOI, Noi.

Un articolo di qualche giorno fa, grondante di una sospetta retorica del NOI, si intitola “Nessuno si salva da solo”.

Noi ci andremmo piano con questo assioma perché il comune di S. Stefano Quisquina si è sempre salvato da solo: difendendo da solo “l’acqua di tutti” con quei principi di solidarietà che mai sono venuti meno nella nostra visione civica.