Home in Primo Piano Rissa Quisquinese – Licata: le società chiariscono

Rissa Quisquinese – Licata: le società chiariscono

Pubblichiamo una nota stampa congiunta delle società di calcio di Terza Categoria, Quisquinese S.Rosalia ed Atletico Licata, in merito alle decisioni adottate dal Giudice Sportivo, e fedelmente da noi riportate sul nostro quotidiano sportivo.

“Con il presente comunicato stampa congiunto le due società di calcio ASD Atletico Licata e USD Quisquinese Santa Rosalia intendono chiarire, a difesa della propria onorabilità e del buon nome dei propri tesserati, si legge nella lunga nota – che quanto successo domenica 31 gennaio 2016 presso il campo Comunale “Pietro D’Angelo” di Santo Stefano Quisquina nulla ha a che vedere con n°32 del 4 febbraio u.s. e da qualche organo di stampa evidentemente poco informato.
Quello che è successo, seppur grave e antisportivo, non ha mai sforato nella violenza e nella brutalità descritta.
Non ci permettiamo di insinuare alcun dubbio sulle qualità intellettive ed umane dell’arbitro e neppure sulle sue capacità di direttore di gara, ma siamo convinti che, evidentemente, qualcosa non ha funzionato nel momento in cui egli ha dovuto tradurre in parole scritte quello che i suoi occhi hanno visto in campo. Nessun dubbio ci permettiamo di muovere neanche sull’assunto che questo sia stato fatto con assoluta buona fede ma siamo fermi nel sostenere la tesi
che il risultato finale di quanto questo giovane arbitro
venuto fuori condito da elementi di violenza e crudeltà che nessuno di noi ha riscontrato in campo. Quasi a voler giustificare un triplice fischio finale anticipato che per come sono andate le cose non era assolutamente spiegabile.
Nessuno vuole assolutamente minimizzare o far passare antisportivi degli atteggiamenti gravi ed antisportivi che si sono verificati.
Anzi siamo noi i primi a redarguire i nostri ragazzi che si sono resi protagonisti di tali gesti, punendoli anche con provvedimenti interni, oltre a quanto già disposto dal Giudice Sportivo.
Questo nella convinzione che abbiamo che fare sport serve a trasmettere ai ragazzi valori sociali nobili quali il rispetto delle regole, dell’avversario, del compagno, dell’arbitro, ecc.

Tutti valori che tornano utili ad ognuno di noi anche nel vivere quotidiano. Abbiamo sempre inteso il calcio in questo senso e la nostra storia parla per noi. E’ nostro dovere tuttavia difendere a spada tratta chi non si è effettivamente macchiato di questi atteggiamenti e difendere l’onorabilità delle società, dei dirigenti e dei giocatori dalla vergogna di cui ci siamo trovati coperti, derivante da una immagine distorta della realtà che è venuta
fuori.

Gli episodi antisportivi verificatisi domenica a Santo Stefano Quisquina sono ascrivibili alla categoria delle schermaglie che si verificano ogni settimana sui vari campi di calcio dilettantistico d’Italia.
La colpa grave di due (e non dieci) dei protagonisti in campo è stata quella di reagire oltremodo alla situazione creatasi sforando i limiti del buon senso. Il successivo intervento di altri ragazzi a difesa dei propri rispettivi compagni di squadra ha generato una scena confusa che è stata subito placata dagli stessi compagni dei due ragazzi, nonché dai rispettivi dirigenti.
Nessuno, oltre ai due, ha colpito nessuno e non si è sviluppata nessuna rissa, violenza o quant’altro. Avremmo taciuto se i due ragazzi protagonisti dell’episodio avessero subito la giusta e meritata squalifica ma non riscontriamo alcun motivo per cui per
questo episodio loro due più altri otto ragazzi debbano scontare un totale di 41 giornate di squalifica, in attesa, tra l’altro, che il Giudice Sportivo si pronunci ancora in merito all’esito della partita.
Risulta evidente che in quegli attimi concitati l’arbitro abbia temuto che il tutto sarebbe potuto sfociare in qualcosa di incontrollabile per lui e precauzionalmente, ha fischiato la fine anticipata della gara.
A mente fredda poi però si è trovato a dover dare una giustificazione credibile alla sospensione della stessa.
Teniamo a sottolineare come le due società ed i giocatori delle due squadre si siano salutati cordialmente alla fine e cogliamo l’occasione per far pervenire al Presidente delle Delegazione FIGC LND di Agrigento, a tutte le autorità sportive, provinciali e
regionali, all’AIA di Agrigento, agli Organi di Giustizia Sportiva, a tutti gli organi di informazione nonché a tutti gli appassionati l’invito ad assistere alla gara di ritorno del 30 aprile prossimo presso lo stadio “Dino Liotta” di Licata dove tutti potranno avere la possibilità di verificare di persona se le due squadre in questione fanno sport o fanno guerra.

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