Home Arte & Cultura Sopralluoghi per il film “The Shameful Story” a S. Stefano Quisquina

Sopralluoghi per il film “The Shameful Story” a S. Stefano Quisquina

Sopralluoghi nel territorio dei Monti Sicani per la produttrice e regista Nella Condorelli che è
tornata nell’agrigentino, tra Santo Stefano Quisquina, le alture pastorali sicane e la riserva di Monte
Cammarata dove saranno ambientate alcune scene del suo docufilm “The Shameful Story | La
Storia Vergognosa”. Attualmente in pre-produzione, il film documentario indaga la prima grande
ondata migratoria siciliana oltreoceano, a cavallo tra fine Ottocento e primi Novecento, sul filo
rosso delle lotte contadine per il riscatto dalla servitù della gleba legate all’esperienza del
movimento dei Fasci dei Lavoratori che, a Santo Stefano Quisquina, ha visto l’azione di uno dei suoi
maggiori leader, Lorenzo Panepinto. Teorico e anima del “Socialismo Rurale”, figura straordinaria di
maestro-militante sull’orma delle elaborazioni dello spagnolo Francisco Ferrer (fondatore della
“Scuola Moderna”), artista, autore di numerosi saggi di politica, filosofia, pedagogia. Emigrato in
America nel 1907, tornato a Santo Stefano per organizzare la lotta per le affittanze collettive della
terra, Panepinto sarà assassinato dalla “maffia” del feudo sull’uscio di casa, il 16 maggio 1911.
Accompagnata dal direttore della fotografia Vincenzo Condorelli e dall’aiuto regia Cecilia Grasso,
Nella Condorelli ha esplorato il territorio di Santo Stefano, confermando l’interesse dimostrato con
la prima visita dello scorso novembre, ed ha potuto consultare numerosi documenti d’archivio e
testi conservati presso la Biblioteca Comunale che raccontano, attraverso l’esperienza di Panepinto,
la storia della Sicilia.
“Siamo felici di accogliere nuovamente la troupe del film documentario “La Storia Vergognosa” –
dichiara il sindaco Francesco Cacciatore. “Questo evento cinematografico ha una doppia valenza
per la mia comunità poiché ci riguarda sia dal punto di vista storico che di promozione del
territorio. Al Maestro Lorenzo Panepinto è dedicato l’istituto comprensivo di Santo Stefano, e
ricorderemo la sua straordinaria figura di difensore della causa contadina anche nelle Giornate
della Memoria e della Legalità che si svolgeranno tra il 12 ed il 22 di maggio. La marcia per la
Legalità di giorno 16 si chiuderà proprio nel luogo dove fu ucciso Panepinto. Nelle prossime
settimane, inoltre, sarà ufficialmente aperto anche l’Itinerarium Rosaliae, un percorso naturalistico
e religioso che parte da un altro luogo sicano, l’Eremo di Santa Rosalia, collegandolo con Monte
Pellegrino a Palermo, lungo trazzere e antiche strade regie. Il nostro obiettivo è coniugare
tradizione popolare e recupero del territorio, facendo rivivere tutte le emozioni legate a questi
magnifici paesaggi incontaminati.”.

 

“L’amministrazione comunale e la gente di Santo Stefano crede nel progetto della Condorelli –
continua Cacciatore -, e lo condividiamo in pieno. Tra noi si è instaurato un rapporto sinergico, il
vice sindaco Ignazio Schillaci e l’assessora alla cultura Giovanna Ferraro seguono i passi
organizzativi per andare incontro alle esigenze della produzione.”.
Situato lungo le pendici del Monte Quisquina, nell’antica terra di Quisquina, a 986 metri di
altitudine, l’Eremo di Santa Rosalia risale al XVIII.mo secolo. Sta annidato nel cuore di un fitto
bosco naturale che lo circonda da ogni lato, ed è meta di un pellegrinaggio che si ripete ogni
martedì dopo la prima domenica di giugno.
“Un rito che si svolge da almeno quattro secoli, basta dare un’occhiata agli antichi registri di
battesimo per vedere quante donne portano il nome Rosalia!”, spiega l’arciprete Antonio Massaro,
parroco della cattedrale di Santo Stefano, che con la regista ha approfondito anche la dimensione
popolare e rurale di questo antico pellegrinaggio. “Ci sono antichi dipinti e scritti che raccontano
questo legame tra il popolo e Rosalia – continua l’arciprete -, un legame che ha superato i confini
stefanesi, come documentato negli appunti di viaggio di un emigrante, durante le traversate verso
l’America. Dunque chi lasciava il paese non lo lasciava del tutto perché portava con sé un bagaglio
di tradizioni, usi, sentimenti, memorie che intatti trasferiva altrove.”.
Nel corso dei sopralluoghi, Nella Condorelli ha visitato anche il Teatro Andromeda dell’artista
stefanese Lorenzo Reina, un’opera d’arte di rilevanza nazionale proiettata sulle vallate dei monti
Sicani, meta di numerosi visitatori anche stranieri. In compagnia di Reina, la regista ha esplorato
anche gli altipiani pastorali ricoperti di asfodeli e piante aromatiche da dove, nelle giornate di sole,
si arriva a scorgere anche Pantelleria.
“Questa full immersion di tre giorni nel paesaggio dei monti Sicani, a Santo Stefano Quisquina, mi
ha rivelato un territorio di stupefacente bellezza in cui permangono tracce particolarmente
emblematiche del lavoro e della condizione contadina comune a tutta la Sicilia del tempo del feudo
e delle lotte contadine”, dice Nella Condorelli. “La storia che voglio raccontare sta dentro il dna di
questi spazi, il contatto diretto con i territori insieme alla volontà di coinvolgere la comunità locale
sono le parole chiave della nostra produzione”.
Oltre Santo Stefano Quisquina e l’area dell’agrigentino, tra le location previste dal film ci sono il
territorio dell’Etna e del comune di Castiglione di Sicilia, Comiso, l’area del trapanese e della Sicilia
occidentale.

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