Home Politica Nestlè Vera: Interrogazione di Panepinto all’Assessore per l’energia

Nestlè Vera: Interrogazione di Panepinto all’Assessore per l’energia

Si riporta l’interrogazione di Giovanni Panepinto all’Assessore per l’energia e i servizi di pubblica utilità, (il Dott. Giosuè Marino, ndr)  sull’ “Intervento al fine di impedire il rilascio della concessione in favore della Nestlè-Sanpellegrino per il raddoppio dell’emungimento dell’acquifero di S.Stefano di Quisquina.

Premesso che :

nel Comune in oggetto vi è in atto da tempo una mobilitazione del comitato civico allo scopo di impedire un ulteriore sfruttamento del bacino idrico qualora venisse concesso un suo sfruttamento per un quantitativo pari a 20 litri al secondo;

all’acquifero della Quisquina, si approvvigionano molti Comuni dell’agrigentino e del nisseno e il bacino idrico, per stessa ammissione della multinazionale Nestlè – Sanpellegrino, «è lo stesso a cui attinge oggi un sistema di acquedotti che rifornisce sia l’area dei monti Sicani che la stessa Agrigento» (dichiarazioni rese dalla dott.ssa Manuela Kron, direttore della Nestlè – Italia corporate, al quotidiano La Repubblica – Palermo, 5 Aprile 2008);

Considerato che:

nel 1988 in uno studio redatto da docenti di geochimica e di geologia applicata dell’Università di Palermo ed effettuato sulla falda della Quisquina si concludeva che “l’emungimento di una falda idrica… in momenti di crisi idrica potrebbero indursi in alcuni punti della falda depressioni non compatibili con il naturale equilibrio invertendo la direzione dei flussi idrici sotterranei e procurando di conseguenza danni irreparabili”;

a distanza di anni nessun’altro studio di merito è stato condotto e che non vi è pertanto nessun altra ipotesi consolidata contraria a quella sopracitata.

Rilevato che:

il Presidente della Regione nel 2009 in considerazione del fatto che una ulteriore concessione su un bacino idrico di pubblica fruizione potesse determinare ripercussioni sull’equilibrio idrogeologico dell’area emise una delibera di Giunta che bloccava questo procedimento.

il tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma accogliendo il ricorso della multinazionale in oggetto avverso al provvedimento della Giunta Lombardo dà il via libera al raddoppio dell’emungimento.

Ritenuto che:

il bacino interessato, a cui attingono due tra le province più assetate d’Italia e assoggettate a cicliche crisi idriche, rischia di essere depauperato dallo sfruttamento industriale con considerevole profitto per gli azionisti mentre alla Regione Siciliana verrebbe pagato un canone annuo di concessione che ammonta a Euro 254,15 (secondo quanto scritto nel D.R.S. n. 292 del 21.03.2006).

Per sapere:

quali iniziative, alla luce dei fatti sin qui esposti e in assenza di uno studio di merito sulla capacità di carico del bacino, intende adottare e se non ritenga di dover procedere in direzione della mancata concessione al raddoppio dell’emungimento dell’acquifero di S.Stefano di Quisquina.

 

FONTE: fiancoafianco.it

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