Home in Secondo Piano “Borghi dei tesori”: il 26 e 27 agosto, il 2 e 3 settembre e il 9 e 10 settembre

“Borghi dei tesori”: il 26 e 27 agosto, il 2 e 3 settembre e il 9 e 10 settembre

Un mosaico romanico a Caltabellotta, teatro a Montevago, il castello di Naro, l’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, le campane e le mummie a Burgio, la visita alle famiglie di Sant’Angelo Muxaro o agli artisti a Bivona: c’è tanto da vedere per la nuova edizione di “Borghi dei tesori” in provincia di Agrigento per 3 weekend. Appuntamenti il 26 e 27 agosto, il 2 e 3 settembre e il 9 e 10 settembre.

Sono lo specchio della Sicilia più autentica. Luoghi dove davvero il tempo non sembra aver intaccato antiche tradizioni radicate da generazioni. Incastonati su un saliscendi di monti, vicini tra loro eppure isolati. Il festival è organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori con IGT.

Partiamo da Caltabellotta dove un’esperienza quasi mistica sarà osservare il tramonto a mille metri d’altezza, alla sommità del Pizzo attraversando i resti dell’antico castello normanno dei Conti Luna, inerpicandosi lungo antiche scale nella roccia. Una passeggiata che racchiude al suo interno tutta l’essenza di questo borgo, avamposto difensivo, “bignami” di storia della Sicilia e dell’Italia. La scorsa edizione Caltabellotta era balzata alle pagine di cronaca per la scoperta della casa rabbinica e della sinagoga, che anche quest’anno si potranno visitare; ma non vanno tralasciati il laboratorio dello scultore Salvatore Rizzuti (che ha opere anche nel neonato museo archeologico), l’arroccato Eremo di San Pellegrino, la chiesa Madre e, nella piccola frazione di Sant’Anna, la chiesetta di Santa Maria del Fervore, con opere di Mariano Rossi e sculture lignee settecentesche di Filippo Quattrocchi; un frammento di mosaico romanico (molto simile a reperti analoghi scoperti in Africa e ad Aquileia) e un meraviglioso presepe seicentesco napoletano in terracotta candida, voluto da Francesco Alliata, principe di Villafranca e primo duca di Salaparuta.

Santo Stefano Quisquina accompagnerà domenica alla scoperta dei luoghi legati a Santa Rosalia, fino all’eremo immerso nel bosco. Ma la partenza sarà tutta da gustare all’azienda Massaro con una degustazione di formaggi che in questa zona sono una specialità. Poi via per il  secolare Bosco della Quisquina, sino alla famosa “quercia granni”, una roverella di 700 anni, dove Santa Rosalia eremita pregava ogni giorno. Il percorso è semplice e suggestivo, termina all’Eremo e alla grotta che ospitò la Santuzza tra il 1150 e il 1162, con il santuario e gli ambienti conventuali abitati dagli eremiti. Un’altra passeggiata condurrà tra i boschi del monte San Calogero, a quota 967 metri fino alla piccola chiesa con un campanile che si perde nell’azzurro del cielo. Quel giorno si potrà anche visitare, con Ascosi Lasciti, la ghost town di Borgo Riena.

Bivona non si devono perdere l’antico quartiere ebraico riqualificato, le belle chiese e la cinquecentesca Torre dell’Orologio. Domenica nella Chiesa del Carmelo scoprirete una tela dello Zoppo di Ganci che si volle ritrarre tra i personaggi. L’associazione Sole Sui Sicani e i narratori di comunità vi guideranno alla scoperta di E’ URA (Urban Rigeneration Art), un itinerario artistico-culturale nell’antico quartiere Batìa ormai spopolato, dove gran parte delle abitazioni è abbandonata, ma è diventata terra di creativi e di rigenerazione. Previste narrazioni e live performance di danza, degustazioni di sapori sicani e micro-performance musicali dei ragazzi della Scuola di musica Lo Nigro.

Si dovrà attendere sabato 2 settembre per visitare la tomba del Principe di Sant’Angelo Muxaro, e ascoltare il polistrumentista Libero Reina. Nel frattempo, si potrà partecipare questa domenica e la prossima, ad una passeggiata nel borgo, incontrando le famiglie che magari stanno preparando lo strattu, o i giovanissimi pastori che hanno rinunciato a tutto per portare avanti il mestiere di famiglia. E si assaggerà parecchio: olio che da queste parti è profumato e piccantino, formaggi e pane fragrante, sfingi e miele. E si scoprirà il borgo partendo dal MuSam, il museo archeologico che racconta i Sicani, la chiesa Madre, la Via dei murales e dell’arte.

Burgio c’è un gradito ritorno: quello dell’unica fonderia in Sicilia che realizza campane, e lo fa dal Cinquecento. L’arte dei Virgadamo oggi passata ai nipoti, è rimasta inalterata nel tempo, pur modernizzata con supporti tecnologici. Ma la mano e la maestria restano le stesse da secoli, e così anche il procedimento per creare questi colossi di creta bianca, gesso e cera d’api. Un’esperienza straordinaria e unica, solo sabato. Ma si visiterà anche la cripta dei Cappuccini dove negli stalli ci sono cinquanta corpi mummificati di burgitani vissuti tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, con i loro corredi funebri (monili e tessuti pregiati, scapolari a cappelli, scarpe, calze). Il comodo bus da Palermo per Burgio sarà questa domenica; la prossima invece si potrà assistere al Moby Dick interpretato da Edoardo Siravo, alle 19 sulla terrazza del Museo della Ceramica.

Se Sambuca di Sicilia si unirà ai “Borghi dei tesori” dal prossimo weekend non si potrà perdere nel frattempo Montevago, in cui è viva ancora la memoria del terremoto del 1968, che però è diventata un museo en plein air di murales dal forte significato etico. Sarà bellissimo visitarlo, comprendere qui la forza del silenzio. Ma anche assistere, alle 19 dinanzi alla chiesa Madre – rovina potente e presente – al monologo di Paride Cicirello, “RussuMalupilu” che farà suo il personaggio sulfureo, solitario, bellissimo creato da Verga.

Infine quel gioiello barocco inedito e inatteso che è Naro, la “Fulgentissima” amata da Federico II, dove non si devono perdere lo splendido Castello Chiaramontano, dove vaga il fantasma di Donna Giselda che si innamorò del bel paggio Beltramo. Fu scoperta dal marito Pietro Giovanni Calvello, signore di Naro, che fece scaraventare il paggio dalla torre e vi rinchiuse la moglie che morì di crepacuore. E la biblioteca Feliciana che nasconde – tra 24 incunaboli, 500 cinquecentine, 56 manoscritti – anche un codice pergamenaceo medievale, in gotico miniato in oro; e una bibbia poliglotta in 8 lingue del 1657.

Per ogni info o curiosità e per acquistare i coupon per le visite, le esperienze e le passeggiate, visitare il sito www.leviedeitesori.com.

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