Home Dintorni Al via la Sagra del Taratatà a Casteltermini

Al via la Sagra del Taratatà a Casteltermini

Edizione 2016 della tradizionale Festa di Santa Croce e Sagra del Tataratà Casteltermini (AG), la quarta domenica di maggio. Una danza spettacolare e travolgente viene eseguita da duellanti armati di vere spade (un riflesso della dominazione araba-musulmana in Sicilia), folclore unico nel suo genere, certamente uno dei più antichi nel mondo.

La leggenda vuole che prima della fondazione di Casteltermini delle vacche si allontanavano e si inginocchiavano sempre nello stesso punto. Il custode, sorpreso dal fenomeno, cominciò a scavare e con grande meraviglia venne alla luce una Croce lignea, risalente al 70 d.C. Fù subito costruito un eremo per custodirla. Nel 1629, con la fondazione del paese, le varie corporazioni paesane (i cosiddetti ceti) organizzarono la nuova festa. Sontuose cavalcate, bande musicali, corte storici, processioni, festeggiamenti e tanto altro rendono ricca e vivace la Sagra. Spettacolare il gruppo folkloristico del Tataratà, danza spettacolare e travolgente che viene eseguita da duellanti armati di vere spade.

I festeggiamenti hanno inizio il venerdì sera quando i rappresentanti della Real Maestranza guidano l’antico carroccio decorato con fiori fino all’Eremo di Santa Croce per prendere in consegna la copia della grande croce. I rappresentanti dei ceti sfilano indossando splendidi costumi secenteschi su cavalli bardati con gualdrappe multicolori di velluto, a cavallo anche numerose amazzoni e ancora uno stallone al centro dei corteo che si ferma in piazza Duomo. E qui avviene la famosa danza-battaglia dei Tataratà, le cui origini sono antiche ed oscure. La maggior parte degli studiosi ricollega il rito alle prime processioni della Santa Croce a cui avrebbero partecipato Arabi convertiti eseguendo danze con le sciabole al suono di un tamburo. Esistono, invece, pareri discordanti sul significato della sciabolata stessa che viene interpretata sia come battaglia tra musulmani e cristiani sia come allegoria della pacifica convivenza delle due etnie sotto il dominio normanno. Durante la festa dei Tataratà un gruppo di ragazzi interamente vestiti di bianco alla maniera araba si esibisce in un duello a colpi di poderose spade di ferro. I giovani, abilissimi, eseguono una serie di figure spettacolari disponendosi ora a cerchio, ora a coppie e ingaggiando quella che a tratti sembra una battaglia e una danza. I frenetici colpi di spada e i saltelli seguono il ritmo incessante di un tamburo da cui il nome onomatopeico della festa.

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