Home Cronaca Condannato il tedesco responsabile della morte di 3 ciancianesi

Condannato il tedesco responsabile della morte di 3 ciancianesi

Omicidio colposo, lesioni colpose, 10 mesi di reclusione con sospensione della pena e un’ammenda di 4mila euro da corrispondere al figlio superstite.

Questa è la sentenza, emessa dalla Corte distrettuale di Oberburg, con cui il giudice Andreas Burghardt ha condannato il 26enne tedesco che nella notte del 5 giugno dell’anno scorso provocò la morte di Antonino Busciglio, 52 anni, della moglie Arcangela Capurso, 49 anni, e del figlio 16enne Alessando.

In Germania, a differenza dell’Italia, oltre ai danni materiali non è scontato vengano riconosciuti dei danni morali, anche in caso di perdita di un congiunto.

Ecco perché i legali Michele Cammarata, Erika Saccani e Linda Mangiapane stanno, spiegano, “raccogliendo tutti gli elementi utili a ricostruire sia i danni materiali che quelli morali subiti dai figli ancora in vita, Gaetano e Gianluca, dai nonni e dagli zii Francesco Capurso e Maddalena Bosciglio” per intentare una causa civile in Italia.

Quella notte, a bordo della loro autovettura, una Fiat Punto nera, i ciancianesi, per lavoro in Germania, erano stati speronati dalla Mercedes del giovane tedesco al quale sono state riconosciute come attenuanti l’ammissione di colpa, il fatto di non aver consumato alcol e di non aver usato stupefacenti né il cellulare mentre era alla guida.

Inoltre, su quel tratto di strada non c’erano limiti di velocità, motivo per cui i circa 197 chilometri orari non hanno costituito alcuna aggravante se non per il fatto che occorreva “maggiore diligenza nel condurre un’auto a quella velocità”.

La tragedia è avvenuta su un tratto di strada federale, la B469, in direzione Seligenstadt, una cittadina nel distretto di Darmstadt prossima al confine con la Baviera.

All’allora 21enne Gianluca l’incidente è costato, oltre alla perdita irreparabile di genitori e del fratellino, pure l’infortunio a una spalla, ferite alla testa e la perdita di alcuni denti, ma anche ripercussioni psicologiche, come dallo stesso asserito in tribunale.

Ora bisognerà attendere per sapere se lo Stato italiano riconoscerà in maniera più ‘giusta’, magra consolazione in questi casi, la perdita e la sofferenza patite dai familiari delle vittime.

 

FONTE: agrigentonotizie.it